Visioni dal bosco
Opere di ROMOLO BELVEDERE e YOSUKE TAKI
A cura di Eva Clausen e Maria Chiara Salmeri
19 Aprile 2009 - 7 giugno 2009
da lunedì a sabato 10.30-19.30
Inaugurazione domenica 19 aprile 2009 dalle 11.00 alle 20.00
Il Bosco per l'uomo ha sempre rappresentato la sintesi di un dialogo tra opposti: è forza che dirompe e rigenera, è spirito che si cela al di là della materia, è il labirinto in cui perdersi e ritrovarsi.La Galleria Sinopia Laboratori riapre i propri spazi celebrando la primavera con una rassegna di visioni e introspezioni attraverso le quali entrare in contatto con la Natura nella sua matericità e nella sua essenza spirituale. In un'era in cui l'uomo sembra aver perso ogni punto di riferimento, cercando proprio nella natura un rifugio ideale, questo percorso vuole ricreare un paradiso perduto.
La prima parte di tale viaggio si snoda lungo il sentiero di immagini di due artisti che hanno trovato nella natura uno specchio delle proprie visioni.
Dalla metamorfosi all'essenzialità, Yosuke Taki e Romolo Belvedere offrono scenari a-temporali in cui coincidono passato, presente e futuro, storia e divenire; immagini in cui la Natura trasfigura se stessa lasciando intatta la propria essenza. Da una parte infatti essa si confessa e si svela, dall'altra si trasforma sotto i nostri occhi e stabilisce con l'uomo un rapporto intimo diventando presenza costante pur nella sua mutevolezza, vicina a chi in essa cerca ancora di scoprirsi. Trasformandosi essa vive e si rigenera in una continua 'primavera', radiosa nel suo nuovo equilibrio vitale. Taki e Belvedere colgono entrambi questa smaterializzazione e la raccontano con linguaggi diversi ma complementari: il primo scegliendo l'astrattismo, il secondo percorrendo la strada del figurativo. Taki riflette sulle probabili configurazioni che la natura può assumere, o ha già assunto, in seguito all'impatto ambientale. Ogni immagine è generata dalle complesse operazioni di sovrapposizioni cosicchè le forme si confondono, si disintegrano e si rigenerano.
In maniera differente, Romolo Belvedere si lascia scivolare nell'inconsapevolezza di un viaggio tra visionarietà e illusione, in cui l'incoscienza gli permette di vedere il non ovvio, l'Insolito. Un dialogo con enigmatici esseri che abitano il corpo degli alberi, e che si conclude in un atto d'amore e di fedeltà verso una natura costante nel suo divenire.
Questo viaggio si completa di un secondo momento, un confronto con la materia che dal bosco trae la sua origine: da una parte la carta e il legno, dall'altra la terra e l'acqua, si mescolano in un'armonia di linguaggi diversi ma coesi. I sassi vitrei di Patrizia Molinari celebrano una bellezza invisibile aprendo il sentiero di questo spazio ideale e dialogano con le trame aracnoidee di Vito Capone, in cui convergono memoria, cultura e vissuto; le visioni di Giorgio Mariani ospitano le grandi e piccole creazioni di Ferdinando Vassallo e trovano nelle strutture di Stefania di Girolamo un originale termine di confronto. Infine, le carte di LeoNilde Carabba riecheggiano le vertiginose geometrie delle cornici di Wally Nobili e dei mosaici di cartone di Mario Sertoli, raffrontandosi con le trasformazioni vegetali di Francesca Cataldi e con le colorate scenografie di Carlo Montesi.
In un luogo che rinasce dalla fusione della cultura del sapore e di ricercati aspetti dell'arte e che apre la prospettiva di un dialogo tra spazi interni ed esterni, la Natura si esprime nella molteplicità delle visioni e nell'armonia di un piccolo angolo di verde, diventando specchio della nostra anima.